Cinque regole d’agenzia in tempo di ferie. Summer Edition.
B&B trends
La maggior parte delle aziende ormai si interessa al commercio online e ha capito che è un canale da non sottovalutare nella propria strategia di vendita. Allo stesso tempo la comprensione delle dinamiche che stanno alla base dell’e-commerce deve ancora maturare, quindi i grandi colossi di internet si stanno attrezzando per rendere familiare il commercio online a qualunque azienda, grande o piccola che sia, e perfino agli stessi negozi fisici.
La tendenza che vedremo emergere a partire dal 2020 sarà quindi una crescita della vendita online, ma “semplificata” tramite funzioni di marketplace. Non pensiamo al classico e-commerce, ma all’integrazione delle possibilità di acquisto – in modo semplice e immediato – all’interno delle piattaforme che ormai quotidianamente consultiamo per informarci e divertirci.
Cosa significa in concreto? Ce lo rivelano gli sviluppi di Amazon, Google e Facebook.
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Se fino al 2018 gli utenti iniziavano ad informarsi su un prodotto tramite Google, nel 2019 il 54% ha cominciato a farlo direttamente su Amazon. Se oggi non vi riconoscete in questo tipo di utente, tenete comunque presente l’informazione per il futuro. Si tratta di un dato relativo agli Stati Uniti: da sempre il mercato USA anticipa i trend IT e quindi sarà in arrivo a cascata anche nel nostro Paese.
L’e-commerce di Jeff Bezos si sta dotando di una serie di strumenti per cavalcare l’utilizzo di Amazon come piattaforma di ricerca: oltre alle inserzioni, con cui dare visibilità ai propri articoli, il colosso americano sta anche dando la possibilità di creare le Pagine A+. In queste sezioni, la tradizionale descrizione testuale è arricchita con foto e in qualche caso video, per dare un’immagine più ampia e completa del prodotto, quasi come una mini pagina web.
Amazon inoltre sta dando alle aziende la possibilità di creare le proprie pagine vetrina. È interessante osservare come alcuni brand stiano usando le vetrine come pagina di atterraggio di inserzioni Facebook, senza passare dal sito web aziendale.
Pensiamo a chi non ha un sito della propria attività, specialmente piccoli artigiani o micro attività imprenditoriali: presto detto, basta creare una pagina vetrina su Amazon!
Riconoscimento editoriale: Vladimka production / Shutterstock.com
L’accelerazione di Amazon ha portato a una reazione di Google, dove il team è al lavoro per potenziare il motore di ricerca per i prodotti Google Shopping, in due versanti.
Da un lato prossimamente ci sarà la possibilità di acquistare online, tramite le inserzioni Shopping, usufruendo di una garanzia Google. Vale a dire che Google farà da intermediario nella transazione fra acquirente e venditore.
Seconda rivoluzione in arrivo è l’integrazione, sempre nelle inserzioni Shopping, dell’indicazione sui rivenditori più vicini in cui trovare il prodotto cercato. Una funzione utile per l’utente che sta navigando e che non ha tuttavia l’intenzione di comprare online.
Al contrario di Amazon, che punta tutto sul retail online (mi informo e completo l’acquisto online), Google spinge per un’integrazione tra on e offline, cavalcando l’ascesa del webrooming (mi informo online per poi acquistare in negozio) che ultimamente ha guadagnato punti rispetto allo showrooming (mi informo in negozio e cerco/compro online).
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Facebook, inteso come gruppo che comprende i social network Facebook e Instagram più l’applicazione WhatsApp, non è da meno nella volontà di mettere a disposizione funzioni di acquisto per la propria platea di utenti (nonché potenziali consumatori).
Nel social Facebook troviamo già attivo il Marketplace, funzione che sta ricevendo una forte spinta e sta performando bene come mercatino dell’usato.
Avrete forse notato che, oltre ad avere un’apposita sezione dedicata, il Marketplace è diventato presente anche nel newsfeed, con risultati influenzati dalle ricerche effettuate.
Facebook sicuramente vorrà integrare nel Marketplace la possibilità di pagare direttamente (si vocifera che si concretizzerà tramite Messenger) in maniera non dissimile a quanto propone Satispay.
Instagram di fatto è una sorta di magazine pubblicitario social e funziona bene per i prodotti del mondo della moda, del design o comunque per oggetti con un appeal visivo.
Attualmente i post Shoppable, in cui il prodotto può essere contrassegnato da prezzo, dettagli e link, rimandano all’esterno di Instagram per il completamento dell’acquisto, ma nel prossimo futuro – anche qui – ci aspettiamo che si apra la possibilità di comprare direttamente all’interno del social.
WhatsApp, per il momento solo per i device Android, ha rilasciato l’applicazione Business, pensata per le piccole attività. WhatsApp Business ha un forte tasso di utilizzo da parte di un target maturo, che spesso manda messaggi per avere informazioni sul prezzo e prendere accordi per una compravendita.
In questo scenario, non è difficile intuire come l’introduzione di una funzione vendita direttamente all’interno di WhatsApp sia una possibilità che ingolosisca Facebook.
In realtà un’interpretazione apocalittica è fuorviante, perché tutte le grandi innovazioni che abbiamo citato e che ci aspettano nel prossimo futuro non sono destinate esclusivamente ai brand.
Ciascun negoziante può utilizzare il digital marketing a proprio vantaggio per integrare il proprio business offline. I nuovi strumenti in arrivo si possono usare per intercettare gli acquirenti, che ormai passano molto tempo in rete, e condurli a sé (inbound marketing).
Non dimentichiamo che il negozio fisico mantiene una serie di vantaggi innegabili per l’acquirente: c’è chi trova irrinunciabile il rapporto umano e il consiglio del negoziante, chi vorrebbe provare a trattare il prezzo, chi non vuole attendere i tempi di spedizione, chi vuole avere un luogo fisico per eventuali reclami, chi vuole provare il prodotto prima dell’acquisto.