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Clubhouse: meteora o nuova promessa social?

Il social network solo audio: il fenomeno del momento è Clubhouse, app fondata negli Stati Uniti nell’aprile del 2020 da Paul Davison e Rohan Seth e che è decollata in Italia nel gennaio 2021.

Un’idea che ha fin da subito suscitato grande curiosità e interesse proprio per la sua caratteristica distintiva: Clubhouse infatti è un social network basato solamente su contenuti audio, una sorta di podcast interattivo e in real time.

Niente foto, nessun commento, zero condivisioni, è la voce la protagonista delle stanze di Clubhouse. Esattamente, “stanze”, perché su questo social network non esistono profili aziendali o privati, wall o bacheche, ma questo lo vediamo tra poco.

Negli Stati Uniti è diventata fin da subito popolare anche per la presenza tra i suoi iscritti di personaggi del calibro di Oprah Winfrey, Drake, Chris Rock e Ashton Kutcher. Il 31 gennaio ha fatto il suo esordio su Clubhouse Elon Musk e se il tetto massimo di una stanza è di 5 mila iscritti, lui ne ha sicuramente attirati molti di più.

Poter interagire con vip e personaggi illustri attraverso messaggi vocali schietti e diretti rappresenta senza ombra di dubbio uno dei punti di forza di Clubhouse.

Ma come ci si può iscrivere? Come funziona?
Scopriamolo insieme.

Come funziona Clubhouse?

Clubhouse è organizzato in stanze dedicate a chat tematiche e nelle quali gli utenti possono scambiarsi messaggi vocali.

Riconoscimento editoriale: Rafapress / Shutterstock.com

Una delle caratteristiche più interessanti dell’app è l’esclusività: infatti anche se ci si può iscrivere, per accedervi bisogna essere invitati da altri utenti ed è anche questa peculiarità che accresce il fascino del nuovo social network.

Ricevuto l’invito, ognuno può entrare a far parte di una conversazione in base ai temi di proprio interesse e in tre diverse modalità:

 Moderatore è colui che gestisce la conversazione invitando altri utenti o escludendone alcuni;

Speaker è l’utente che ha ottenuto l’autorizzazione a parlare;

Ascoltatore è l’utente che partecipa in muto alla conversazione e ascolta.

Tutte le conversazioni avvengono in diretta, senza che ci sia la possibilità di salvare, registrare e condividere i messaggi e una volta chiusa la “room” il dibattito viene cancellato e non vi rimane più traccia: una peculiarità che accresce l’aura di riservatezza di questa nuova creatura social che ha catalizzato l’attenzione di marketer, social media manager ed esperti di comunicazione.

Le opportunità della piattaforma

La mission di Clubhouse, esplicitata dagli stessi fondatori, è diventare uno spazio dedicato a conversazioni autentiche dove gli utenti possono divertirsi, aggiornarsi, instaurare connessioni significative e condividere esperienze rilevanti con persone da tutto il mondo.

Clubhouse unisce alla semplicità di fruizione tipica degli altri social media lo spessore di un podcast: è ormai risaputo che i contenuti audio hanno un valore aggiunto rispetto a quelli visuali e risultano, di fatto, più genuini.

La possibilità di ascoltare in differita una conversazione mentre si è impegnati a fare altro è propria anche del podcast, ma è l’interattività l’arma distintiva di Clubhouse.

Il confronto è sempre aperto: ogni utente può infatti decidere di partecipare in prima persona alla chat, condividendo il proprio pensiero e le proprie idee su un determinato argomento.


Le altre facce della medaglia

👉 Ora o mai più.

La natura “real time” della piattaforma costringe di fatto le persone a rimanere connessi per tanto tempo: se un utente non è connesso nell’orario in cui c’è un evento o quando inizia una conversazione di suo interesse perde il contenuto senza poterne più usufruire. Questo accade proprio perché le stanze non possono essere in alcun modo registrate o salvate.

Da molti è infatti stato definito un social altamente time-consuming.

👉 Privacy e sicurezza.

Un altro aspetto dibattuto riguarda la moderazione dei contenuti. È vero che esiste una figura designata a curare la conversazione togliendo la parola o escludendo utenti da una stanza e che tutti i presenti possono segnalare abusi, ma per l’impostazione stessa della piattaforma qualcosa potrebbe sfuggire.

La segnalazione, infatti, è più efficace se avviene in tempo reale visto che dopo aver chiuso la stanza Clubhouse cancella tutti gli scambi.

Inoltre non è ancora chiaro se esiste un modo per evitare che vengano create delle room in cui si discutono di argomenti non legali o si diffondono fake news: questo è un altro tema delicato che se non affrontato potrebbe creare situazioni spiacevoli se non addirittura pericolose.

👉 Quello che succede su ClubHouse rimane su Clubhouse.

L’esclusività è il punto di forza distintivo della piattaforma ma, se visto da un’altra prospettiva, può risultare un punto di debolezza.

Ciò che succede sul social infatti non ha la possibilità di essere condiviso altrove e di conseguenza raggiungere un pubblico più ampio, anche non appartenente alla famiglia Clubhouse.


Quale sarà il futuro di Clubhouse?

Il successo della nuova piattaforma nata in pieno lockdown è innegabile e a confermarlo ci sono gli 8 milioni di utenti iscritti.

Non è neanche un caso che negli ultimi tempi la concorrenza si sia mossa per fermare l’ascesa del social del momento. Twitter ha infatti già lanciato Spaces: una nuova funzionalità che permette agli utenti di creare delle chat room live con i propri follower.

La differenza con Clubhouse? La possibilità di scaricare gli audio, che saranno così fruibili da un pubblico più ampio aprendo nuove opportunità crossmediali.

Come c’era da aspettarsi, Clubhouse ha alimentato la sempiterna lotta alla sopravvivenza tra social media che – a dirla tutta – più che a una lotta assomiglia molto a una sorta di “selezione naturale”: chi avrà la capacità di adattarsi ed essere ricettivo al cambiamento dimostrerà la propria forza, affermerà la propria identità e sarà destinato a rimanere.

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