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Non sempre ce lo ricordiamo, ma il marketing non si occupa solamente di promozione di prodotti e servizi. L’Employer Branding, ad esempio, è un ramo del marketing strategico che sta attirando sempre maggiore attenzione da parte delle aziende perché consente di acquisire, selezionare e trattenere i talenti in un mercato del lavoro sempre più competitivo.
Ogni organizzazione deve, quindi, ripensare il concetto di recruiting, perché il settore delle HR non si deve preoccupare solo del processo di ricerca del personale, ma anche del lavoro di reputation che deve essere svolto prima ancora di iniziare la selezione dei candidati.
Ma scopriamo insieme cos’è e quali vantaggi offre l’Employer Branding.
Per definizione l’Employer Branding è la reputazione che un’azienda si costruisce come luogo di lavoro. Se lo scopo del customer branding è quello di conquistare e fidelizzare i clienti, l’obiettivo dell’Employer Branding è di acquisire come lavoratori i candidati migliori e fidelizzare quelli che già fanno parte dell’azienda.
Al centro di una strategia di Employer Branding vi è, dunque, la capacità di coinvolgere i propri lavoratori come ambasciatori di brand. Un dipendente o collaboratore coinvolto e gratificato dal proprio lavoro non raggiunge solo risultati di business, ma contribuisce a sostenere la reputazione del brand/azienda.
Sono i recruiter che tengono le redini dei progetti di Employer Branding, ma spesso la gestione operativa e il controllo avviene assieme a chi in azienda si occupa di comunicazione e marketing o attraverso il supporto di specialisti esterni.
I vantaggi dell’Employer Branding sono principalmente due:
Più in generale l’Employer Branding porta benefici alla reputazione dell’azienda: consente di rafforzare l’immagine aziendale, incrementando la credibilità.
Ne abbiamo già parlato in questo blog, in un articolo sulla Responsabilità Sociale d’Impresa: sappiamo che le persone sono sempre più attente ai valori dei brand e delle aziende. Inoltre, le persone prestano sempre più attenzione a come brand e aziende trattano i propri dipendenti e collaboratori.
Dal canto loro, le organizzazioni sviluppano piani di welfare aziendale che puntano ad aumentare il benessere dei lavoratori e dei loro familiari, favoriscono la conciliazione famiglia-lavoro, fanno leva sulla motivazione e sull’impegno, incidendo positivamente sul clima aziendale e favorendo le performance generali.
Ci sono poi aziende che investono sul capitale umano: propongono corsi di aggiornamento, percorsi di crescita professionale e di avanzamento di carriera. In questo modo non solo valorizzano i dipendenti interni, ma favoriscono la possibilità di attrarre talenti proattivi alla ricerca di ambienti lavorativi dinamici in cui crescere.
Con premesse come queste risulta sicuramente più facile studiare un programma di employee advocacy funzionale all’Employer Branding. Si tratta di iniziative che puntano all’engagement sui canali social dei dipendenti che possono diventare voce e volto del brand e dell’azienda. Mostrare la vita all’interno dell’azienda, rendendo i dipendenti protagonisti della quotidianità e dell’evoluzione aziendale, è un primo passo utile per coinvolgere lo staff e incoraggiarlo a condividere questi contenuti sui profili social personali. Attraverso questa condivisione si innesca un passaparola positivo capace di trasformare i dipendenti in veri e propri ambasciatori della reputazione aziendale.
Uno degli strumenti di comunicazione più utili ed efficaci in una strategia di Employer Branding è LinkedIn, il social media professionale, quello più adatto a comunicare la vita di brand e aziende.
LinkedIn mette a disposizione la scheda “Vita aziendale”, ossia una sezione nata per ospitare una visione autentica della cultura delle organizzazioni in base alla pagina specifica per il gruppo di destinatari. In queste schede, oltre a trovare spazio le informazioni sul/i fondatori e sulla storia aziendale, possono essere messe in risalto le testimonianze dei dipendenti dell’azienda, i loro punti di vista e l’esperienza del loro vissuto professionale all’interno della società.
Sono sicura che qualcuno sta già pensando: “Ok, allora basta sistemare un po’ la pagina LinkedIn, fare qualche post sul team di lavoro e il gioco è fatto”. Assolutamente no! Il piano editoriale di LinkedIn dovrebbe essere curato costantemente in ogni minimo dettaglio per comunicare nel tempo i valori aziendali, far respirare la quotidianità dell’azienda, far percepire la valorizzazione delle risorse umane e far diventare l’azienda realmente attraente per nuovi talenti.
L’Employer Branding è una leva strategica che passa attraverso i comportamenti delle persone a tutti i livelli aziendali, quindi non solo di manager e commerciali, ma anche amministrativi, R&D, customer care, etc e che dimostra la propria efficacia se programmata nel lungo periodo attraverso una comunicazione costante.
“Se non hai conquistato il cuore dei tuoi dipendenti, loro non conquisteranno il cuore del consumatore.”
Marilyn Carlson Nelson