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Green Marketing – comunicare la sostenibilità

“Marketing sostenibile”, “marketing ecologico”, “green marketing” o “environmental marketing” sono espressioni ormai sempre più diffuse nel nostro settore e che stanno ad indicare tutte quelle strategie di marketing basate sulla sostenibilità ambientale.

Quest’ultima infatti è una tematica sempre più rilevante a livello globale e non coinvolge più soltanto il singolo individuo: il rispetto per l’ambiente e l’impegno concreto nel risolvere i problemi ambientali è oggi come non mai anche e soprattutto una responsabilità aziendale.

Negli ultimi anni siamo stati tristi spettatori dell’aggravarsi dei problemi ambientali a livello mondiale: il surriscaldamento, la smisurata presenza di plastica nei mari e negli oceani, il problema del consumo di materie prime e dello smaltimento dei rifiuti sono state tra le principali motivazioni che hanno spinto sia le aziende che i singoli consumatori ad agire concretamente e rivedere le proprie abitudini.

Cos’è il Green Marketing?

Partiamo dalla sua definizione.

What?

Il Green marketing è l’insieme delle attività che concorrono allo sviluppo, commercializzazione e promozione di prodotti e servizi in grado di generare un minore impatto ambientale in confronto alle alternative offerte sul mercato.

I brand non possono più preoccuparsi solo dei loro prodotti e servizi, ma sono chiamati – sia per rispondere alle esigenze di consumatori sempre più attenti sia per ragioni etiche – a mostrare il loro impegno nel risolvere problemi sociali e ambientali. Parliamo di ragioni etiche perché non è un caso che la stessa ONU abbia definito 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che dovranno essere realizzati entro il 2030 a livello globale da tutti i Paesi membri, dai quali ci si aspetta azioni concrete verso la sostenibilità.

Ma cosa significa esattamente fare “marketing sostenibile”?

Vendere prodotti eco-sostenibili è sicuramente un modo, ma non è l’unico: è marketing green anche ridurre l’impatto ambientale del processo lavorativo, investire in progetti sostenibili, abbracciare come team una filosofia attenta a questo e impegnarsi a trasmetterla.


Le regole per fare bene Green Marketing

Essere green oggi significa aumentare la percezione di valore di un’azienda; è infatti risaputo che attualmente i consumatori sono molto più attenti alle tematiche ambientali e questo li porta a scegliere un brand piuttosto che un altro anche in base all’impegno etico mostrato.

Ma come può un’azienda mostrare la reale volontà di fare la differenza e raccontare con trasparenza i valori, la mission e i processi produttivi legati alla salvaguardia del nostro pianeta?

ANALISI

Un buon punto di partenza è sicuramente l’auto-analisi e porsi domande quali: in quale misura l’attività della mia azienda impatta negativamente sulla salute del pianeta? Cosa potrei fare per ridurre questo impatto? A quali attività potrei dedicarmi per cercare di restituire al pianeta almeno una parte delle risorse che consumo?

Solo dopo un’attenta analisi del modus operandi attuale è possibile individuare gli aspetti da migliorare, porsi degli obiettivi e capire come misurare i risultati delle nuove scelte adottate.

AZIONE

Per fare davvero la differenza bisogna agire in squadra; per questo una volta individuate le azioni da svolgere è fondamentale coinvolgere in questo processo tutti i collaboratori e i dipendenti. La coerenza è uno dei principi che guidano una buona ed efficiente strategia di green marketing: tutti i singoli attori devono essere adeguatamente formati e devono collaborare con consapevolezza a tutte le attività, cambiando alcune loro abitudini.

COMUNICAZIONE

Una volta ottenuti risultati effettivi, dimostrati da dati concreti, è fondamentale comunicare in modo etico e diretto le attività green aziendali con l’intento di educare il consumatore e accompagnarlo ad una nuova vita ad impatto zero. Lo scopo della comunicazione quindi sarà sì quello di acquisire valore ma anche quello di fare da esempio e divulgare informazione.


Green Marketing VS Greenwashing

Il Greenwashing è sostanzialmente un ecologismo di facciata: dato che oggi essere “green” è di moda, molte aziende purtroppo credono che basti semplicemente fingere un’attenzione alle tematiche ambientali per avere un ritorno in termini di brand reputation.

Si tratta dunque di una pratica ingannevole che mostra un’immagine falsificata dell’azienda: farsi vedere impegnati nelle politiche ambientali, per questo tipo di imprese, può servire in realtà a nascondere il forte impatto negativo che l’attività aziendale ha sull’ambiente.

Sono molte le organizzazioni o imprese che si spacciano eco-friendly quando non lo sono e questo perché comunicare il proprio impegno nella salvaguardia del pianeta può sia valorizzare la reputazione che attrarre i consumatori ecosensibili.

Fortunatamente i consumatori oltre ad essere sempre più attenti all’ambiente, sono anche sempre più informati e riescono a smascherare facilmente questo tipo di pratiche, che oltretutto sono sanzionabili dallo Iap e dall’antitrust.


Esempi virtuosi di Green Marketing

Di tanti esempi negativi, ne esistono altrettanti che sono invece da prendere come modello a cui ispirarsi e da cui trarre utili insegnamenti.

Dalle più grandi alle più piccole, sempre più aziende decidono di mettersi in gioco per contrastare i gravi problemi di inquinamento, di surriscaldamento, il problema della plastica negli oceani e la distruzione degli ecosistemi.

Vediamo assieme alcuni nomi di spicco.

Ikea

© Photo Shutterstock di Marlon Trottmann

Il marchio svedese è sempre stato riconosciuto per i suoi sforzi in termini di sostenibilità ambientale ed è impegnato non solo nell’avere un impatto positivo sul pianeta, ma anche nel trasmettere questo tipo di sensibilità ai propri consumatori, dando consigli e tips su come rendere la propria casa più eco-friendly.

Qui sotto invece elenchiamo solo alcune delle misure che l’azienda attua per rinnovare energia e gestire i rifiuti:

  • Il 90% dei suoi edifici ha pannelli solari
  • Usa i parchi eolici per generare energia
  • Ha piantato milioni di alberi
  • Invia solo il 15 percento dei rifiuti in discarica

Nestlè

© Photo Shutterstock di Richard Juilliart

L’azienda ha improntato la sua strategia di green marketing sugli imballaggi. Addirittura, si impegna entro il 2025 a rendere riutilizzabile o riciclabile il 100% dei suoi contenitori.

Un esempio è il marchio Levissima, per cui ha realizzato la prima bottiglia composta da plastica PET riciclata al 100%, certificazione RPET 100%.

H&M

© Photo Shutterstock di Sorbis

Anche la moda è sempre più schierata a fianco dell’ambiente. Un esempio importante è rappresentato dalla catena di negozi H&M che nel 2015 ha lanciato l’iniziativa H&M Conscious, una grandissima operazione di riciclo di abiti usati.

Dalle 12.000 tonnellate di indumenti raccolti, il brand ha creato circa 1,3 milioni di vestiti realizzati interamente con materiale riciclato.

H&M Conscious è un progetto da citare proprio perché ha introdotto nel mondo della moda il modello di economia circolare per cui i tessuti vengono riutilizzati e reintrodotti nel mercato, coinvolgendo in questa operazione anche i clienti stessi.


Nell’attuale contesto socioeconomico, ogni brand presenta una necessità sempre maggiore di orientare le proprie azioni in chiave green, azioni che rientrano nel più grande schema della Responsabilità Sociale d’Impresa.

Se sei interessato ad approfondire l’argomento, ti lasciamo qui gli altri post sulla CSR.

Buona lettura!

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