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B&B people
Le grandi idee, si sa, arrivano quando meno te lo aspetti.
E successe così anche a Milton Glaser quando, sul taxi che lo portava dritto al suo studio, ebbe un’idea per il logo che gli era stato commissionato: prese un pennarello rosso, fece lo schizzo di un cuore e lo avvolse con delle lettere, ideando così il logo che – di lì a poco – avrebbe popolato un numero inimmaginabile di gadget e souvenir della sua amata metropoli, New York.
I ❤ NY, semplice immediato e simbolico: un marchio icona degli anni ’70 che è penetrato nell’immaginario collettivo mondiale ed è tutt’oggi iconico per la Grande Mela al pari della sua più celeberrima “Mother of Freedom”, la Statua della Libertà.
Ma chi era Milton Glaser?
Credits foto: miltonglaser.com
Grafico, illustratore, pubblicitario, artista; fu un professionista a tutto tondo.
Considerato il maestro del graphic design degli anni ’70, nacque a New York, città che lo ha sempre ispirato e che non ha mai smesso di soddisfare la sua innata curiosità.
Una città che non abbandonò mai, neanche quando era diventata teatro di una criminalità sempre più dilagante:
“Non mi sono mai separato dalla città.
Penso di essere la città.
Sono quello che è la città.
Questa è la mia città, la mia vita,
la mia visione.”
Ma nel cuore di Glaser ci fu spazio anche per un po’ d’Italia.
Vinse infatti una borsa di studio all’Accademia di belle arti di Bologna, dove entrò in contatto con il maestro Giorgio Morandi. Il docente bolognese fu un riferimento importante, che senza dubbio contribuì a forgiare la personalità artistica dell’iconico illustratore americano.
Ma questo non fu l’unico dono ricevuto dal Bel Paese. Sul suolo italiano Glaser ebbe la possibilità di poter ammirare i lavori del genio del Rinascimento, Piero della Francesca, da cui rimase profondamente affascinato:
“Non c’è nessuno come Piero della Francesca, è unico.
Siamo di fronte a un’intelligenza sublime.
Niente in lui può essere alterato o mutato,
è inevitabile come se ce lo avesse dato proprio la natura.”
Sempre in Italia, negli anni Settanta collaborò con Campari Soda e con l’azienda informatica Olivetti realizzando una serie di manifesti pubblicitari di grande successo.
“Ci sono tre risposte a un pezzo di design: sì, no e WOW!
Wow è quello a cui mirare.”
Ed è sicuramente quest’ultima la naturale reazione che suscitano le creazioni Milton Glaser, non è possibile essere amanti del graphic design e non commentare con un rispettosissimo “WOW” le opere dell’artista statunitense. Poster, loghi, pubblicità e copertine di libri, erano solo alcuni dei teatri dove andava in scena il genio di Glaser, capace di interpretare lo spirito degli anni Settanta con pochi semplici colori e forme lineari.
Vediamo insieme alcune delle sue opere più famose ed iconiche.
Credits foto: miltonglaser.com
La silhoutte nera – ispirata ad un autoscatto di Marcel Duchamp – e la chioma di capelli psichedelici dalle ciocche colorate sono diventati un simbolo icona per il movimento hippy. Un’immagine da oltre 6 milioni di copie.
Credits foto: miltonglaser.com
Qui, sfruttando una sezione di un dipinto di Pietro di Cosimo, le immagini di un cane addolorato e di una macchina da scrivere Olivetti lasciano spazio ad una sola domanda: “come avrebbe espresso il suo dolore il cane se avesse avuto la possibilità di scriverlo con la sua Olivetti nuova fiammante?”
“Nessun’ altra compagnia al mondo avrebbe provato a vendere macchine da scrivere in questo modo.”
Così Glaser aveva ricordato questa importante collaborazione.
Credits foto: miltonglaser.com
“È un po’ complicato. “I” è una parola.
“♥” è il simbolo di un’emozione.
“NY” sono le iniziali di un posto.
Quindi ci sono tre trasformazioni.
Devi usare un po’ il cervello per tradurlo.”
Il logo, ideato per promuovere il turismo in una New York al tempo in piena crisi economica, fu subito un successo e ancora oggi è uno dei loghi più riprodotti e imitati.
Professione: creativo.
Ma creativi si nasce o si diventa? Difficile dare una risposta, dovremmo aprire un altro capitolo per affrontare questo tema. Sicuramente conoscere la vita e le opere di geni artistici che hanno fatto la storia è un ottimo punto di partenza per chi volesse iniziare a muovere i primi passi in questo mestiere affascinante.
Dunque, cosa possiamo imparare da questo breve excursus sulla vita di uno dei creativi più grandi del mondo? Ce lo ha suggerito lui stesso, lasciandoci questo decalogo di insegnamenti che ha elaborato nel corso della sua vita personale e professionale:
Dato che nella vita non si finisce mai di imparare, lasciati ispirare dagli altri post B&B People con tante storie di personaggi che hanno segnato la storia della comunicazione.