Come comunicare nel 2022? I 5 punti di partenza per i brand.
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Influencer marketing e potere della fiducia: ne abbiamo parlato online in una dinamica puntata dei 3Bwebinar con Tommaso Urban, Digital Strategist di Emporio ADV, e Cristiano Carriero, Senior Digital PR e Influencer Relation Specialist di AD Mirabilia, che potete rivedere qui.
L’influencer è un’evoluzione del testimonial e del content creator.
Per stabilire se siano corretti l’atteggiamento dell’hype oppure della diffidenza verso l’IM, innanzitutto bisogna considerare cos’è l’influencer marketing: non una strategia a sé stante, bensì uno strumento da inserire in una strategia più ampia che ne rafforzi l’efficacia.
Trattandosi di un mezzo non ancora così diffuso, la difficoltà principale nello stabilirne le potenzialità sta nel reperire dati concreti sulle potenzialità degli influencer.
In questo ci viene in aiuto l’Osservatorio Nazionale sull’Influencer Marketing 2019, che ha coinvolto attraverso un questionario oltre 400 professionisti tra marketer e influencer.
La maggioranza dei marketer interpellati (il 67,22%) dichiara di ritenersi soddisfatto dei risultati ottenuti.
Dalla fotografia scattata grazie all’Osservatorio, l’influencer marketing si trova ancora in una fase di test, ma esiste un 30% di aziende che ha iniziato a utilizzare lo strumento in maniera più stabile.
In particolare, il 67% ha realizzato tra 1 e 3 progetti; sulla sponda opposta nella frequenza di utilizzo, troviamo oltre 10 campagne, concretizzata nel 13% dei casi.
Il budget destinato a queste attività riflette l’atteggiamento di “prova”: l’84,1% non va oltre il 30% di risorse allocate, allo stesso tempo il 67,5% ha dichiarato di voler aumentare il budget stanziato.
Le attività portate avanti con gli influencer riguardano principalmente product placement e promozione dei contenuti. Per l’87% degli intervistati dall’Osservatorio, sono state svolte all’interno di un rapporto continuativo, non legato a un singolo post pubblicato.
Ma in che settori viene utilizzato l’influencer marketing? La prima voce in classifica è composta da fashion e food & beverage, seguono travel, tech, beauty, lifestyle, arte e cultura e, infine, ambiti verticali come home, design e health.
Instagram è il canale principale per le collaborazioni nella sfera dell’influencer marketing. Il 55% lo utilizza molto spesso.
Le sfide considerate più complesse da affrontare sono la selezione dei giusti influencer e la misurazione delle performance delle campagne: due argomenti che avevamo affrontato anche nel post dedicato ai 7 errori da non fare nell’influencer marketing.
Solo il 33,5% si affida a strumenti specifici come tool di social listening e verticali sull’influencer marketing, mentre la maggior parte dei responsabili marketing adotta un metodo più “casereccio”, con ricerche sui social media (36,8%), nei motori di ricerca (14%) o il passaparola (11,4%).
I Key Performance Indicator (KPI) utilizzati per valutare gli influencer nella fase di ricerca sono la reputazione, la qualità dei contenuti e l’engagement sui canali social.
La dimensione della fanbase invece è considerata meno rilevante, ma il dato può essere legato al fatto che il 59,7% lavora con influencer che hanno meno di 30K follower.
Riconoscimento editoriale:TY Lim / Shutterstock.com
Per uno sguardo ancora più completo sull’influencer marketing e le sue evoluzioni, vi aspettiamo nel salotto online di 3Bwebinar, un confronto ricco di spunti in cui siamo chiesti anche che impatto ha avuto il Covid-19 sull’uso dei social network, abbiamo commentato l’arrivo del protection storytelling e lanciato idee su quali campagne di influencer marketing siano utili in questo periodo.
State già riflettendo su quale potrebbe essere la strategia migliore per voi? Contattateci a blog@emporioadv.it e vi aiuteremo a fare luce sulla strada da intraprendere!