Da Branko ai brand. L’oroscopo stellare di Emporio ADV.
B&B people
David Ogilvy, il leggendario pubblicitario britannico che oggi è un marchio dell’advertising con sedi in più di 80 Paesi nel mondo, oggi compirebbe 109 anni. Ma il suo pensiero è stato talmente rivoluzionario da essere tutt’oggi attuale.
Le tecniche di David Ogilvy sono applicabili anche negli strumenti odierni, sconosciuti ai tempi del grande pubblicitario.
Scrivere titoli e testi efficaci è fondamentale in una digital strategy per portare traffico a siti, blog, magazine, e-commerce, canali Youtube. I suoi insegnamenti possono essere applicati anche nel digitale, in quello che oggi chiamiamo SEO copywriting.
Nel giorno del suo compleanno, il 23 giugno, andiamo indietro di qualche decennio, per imparare dal suo genio: venite con noi?
Per capire l’essenza rivoluzionaria di Ogilvy e il suo approccio rigoroso verso la pubblicità, vale la pena fare un passo indietro nel tempo, prima che diventasse leggenda del copywriting e creatore di headline rimaste immortali.
Non ha sempre svolto lo stesso mestiere e nel suo percorso si sono susseguite esperienze molto diverse fra loro.
Quella di Ogilvy è una storia straordinariamente eclettica, che parte con una curiosa coincidenza. Da bambino vive nella casa che era appartenuta a Lewis Carroll, l’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie: la scrittura era già nell’aria di casa!
Da giovane si reca a Parigi, dove diventa apprendista chef in un hotel esclusivo.
Rientrato in Gran Bretagna dopo l’esperienza in Francia, diventa un venditore di stufe. Da questa esperienza, nel 1935 nasce un manuale di vendita, che contiene consigli su quali pitch utilizzare per diverse tipologie di clienti. La necessità di personalizzare la comunicazione, attuale più che mai, esisteva già nella sua giovane mente!
Nella società di sondaggi Gallup, lavora conoscendo da vicino le preferenze dei consumatori. A questo momento deve parte del suo successo nel mondo della pubblicità: da qui nasce la sua metodologia quasi scientifica.
Dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti, lavora come spia britannica durante la Seconda Guerra Mondiale.
Rimasto affascinato dalla vita di una comunità Amish in Pennsylvania, decide di affittare un appezzamento di terra e dedicarsi per alcuni anni alla vita da agricoltore.
Se Ogilvy è diventato famoso come pubblicitario e non come agricoltore, è merito di tanti successi. Ecco la nostra top 3:
1. L’uomo in camicia Hathaway
Come rendere memorabile un marchio sconosciuto? Ogilvy fa centro con la celebre pubblicità per le camicie Hathaway.
Recluta l’aristocratico George Wrangell e lo fa posare (con indosso una camicia bianca Hathaway) con una benda sull’occhio. Ed ecco che un semplice marchio d’abbigliamento diventa un simbolo di eleganza.
La campagna del 1951 è un successo perché riesce a catturare l’attenzione del lettore, invogliato a capire chi sia l’uomo misterioso ritratto. Per farlo, l’utente deve proseguire nella lettura della pubblicità.
Ogilvy ha fatto goal.
2. Schweppes
Altrettanto rivoluzionario è l’annuncio creato per Schweppes, in cui si decide di usare come testimonial il fondatore dell’azienda.
Una novità assoluta in campo di strategia pubblicitaria, ancora oggi attuale. Basti pensare a Giovanni Rana.
Accanto all’intuizione del visual, una raffinatezza linguistica memorabile. Nella bodycopy è inserito il neologismo Schweppervescence: quante volte avete riletto la parola prima di riuscire a pronunciarla? L’intento di trattenere il lettore è raggiunto.
3. Rolls Royce
La campagna del 1959 per Rolls-Royce è un perfetto esempio dell’accuratezza con cui David Ogilvy porta avanti il proprio lavoro, basato solidamente sulla ricerca.
Trascorre tre settimane di studio dell’auto, provando il modello, intervistando altre persone che l’avevano guidato.
La caratteristica che decide di mettere in primo piano è la silenziosità: con la semplicità quasi disarmante dello humour inglese partorisce una headline che recita “A 60 miglia all’ora, il rumore più forte viene dall’orologio elettrico”.
Una frase che riflette il lusso sobrio e non urlato del marchio.
Oltre alle campagne, sono diventate famose anche diverse sue affermazioni di David Ogilvy, che lo consacrano maestro delle tecniche pubblicitarie. Ne abbiamo scelte tre da ripetere come un mantra.
“Il consumatore non è un deficiente; è tua moglie.”
“Il consumatore non è un deficiente; è tua moglie. Insulti la sua intelligenza se ritieni che un semplice slogan e alcuni aggettivi insulsi la convinceranno a comprare qualcosa. Lei vuole tutte le informazioni che puoi darle”.
Confessioni di un pubblicitario, 1963
“Non rivolgerti ai tuoi lettori come se fossero riuniti in uno stadio.”
“Non rivolgerti ai tuoi lettori come se fossero riuniti in uno stadio. Quando le persone leggono il tuo annuncio, sono sole. Fai finta di scrivere a ciascuno di loro una lettera per conto del tuo cliente”.
“La pubblicità non è una forma d’arte.”
“La pubblicità non è una forma d’arte, è un mezzo di informazione, un messaggio con un unico scopo, vendere“.
“Quando scrivo un annuncio, non voglio che tu mi dica che lo trovi ‘creativo’. Voglio che lo trovi così interessante da comprare il prodotto”.
Ogilvy on Advertising, 1983
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