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Micro influencer: perchè il tuo brand ha bisogno di loro? Il caso di BBOOM

Al giorno d’oggi è risaputo che un numero sempre maggiore di brand, per farsi conoscere online e creare affiliazione, decide di fare ricorso all’ influencer marketing.

Ne avevamo già parlato in un nostro precedente articolo, soffermandoci sulla grande evoluzione dell’ influencer marketing negli ultimi anni e sull’impatto che la pandemia ha avuto nella sua affermazione.

Oggi però vogliamo parlare di un nuovo trend: il micro influencer marketing; i presupposti sono gli stessi dell’influencer marketing, ma in scala micro. Entriamo nel dettaglio.

Chi sono i micro influencer?

Nell’ultimo anno sempre più brand hanno scelto di affidarsi ai micro influencer per le loro campagne e strategie di comunicazione digitale. Per definizione un micro influencer è una persona che sui canali social, in particolare su Instagram, vanta tra i 1000 e i 20.000 followers: numeri nettamente differenti rispetto agli influencer più conosciuti, i cosiddetti “top influencer”.

Dalla loro parte hanno però un grande rapporto di fiducia con la community di riferimento perché sono percepiti come più “reali” e vicini ai propri follower e vengono particolarmente apprezzati per la genuinità e l’autenticità con cui scelgono le collaborazioni e i contenuti da veicolare.


I vantaggi di una strategia di micro influencer marketing.

Affidare la promozione del proprio brand a un influencer con una cerchia ristretta di seguaci può sembrare un controsenso, ma in realtà i vantaggi di questa strategia sono diversi.

I micro influencer si rivolgono ad un target specifico di età e solitamente sono specializzati in un determinato settore: questo permette ai brand di ottimizzare i propri sforzi e il proprio budget verso una nicchia ristretta, ma efficace per il proprio mercato, evitando di “sparare” nel mucchio.

L’affiliazione e la grande partecipazione delle loro community si traducono in engagement rate più alti e permettono ai brand non solo di aumentare la propria visibilità, ma anche la brand reputation poichè la fiducia che i follower nutrono nei confronti dell’ influencer si trasferisce automaticamente al marchio.

Ultimo punto, ma non meno importante, ingaggiare un micro influencer costa meno: una campagna di microinfluencer marketing permette di ingaggiare un numero di influencer molto più elevato, garantendo un tasso di penetrazione molto maggiore nelle singole community di riferimento di ciascun influencer.


Il lancio di Bboom.

Un esempio da portare ce lo abbiamo proprio in casa: per il lancio digitale del nuovo brand di borracce ecologiche Bboom abbiamo infatti realizzato una campagna di micro influencer marketing con l’obiettivo di aumentare la brand awareness e rafforzare il posizionamento del marchio.

Bboom è un’ innovativa collezione di borracce in acciaio dalle grafiche accattivanti e con il tappo rosso iconico che vuole diventare simbolo di libertà e consapevolezza, verso sé stessi, gli altri e l’ambiente.

La specificità del target per cui il prodotto è stato pensato – la generazione Z, una generazione più consapevole, più responsabile e soprattutto nativa digitale – è ciò che ci ha motivato nella scelta di pianificare una campagna di micro influencer marketing sui canali Instagram e Tik Tok con l’obiettivo specifico di posizionare il brand Bboom all’interno del panorama italiano.

 


La campagna di micro influencer marketing.

Grazie alla collaborazione con Inflead, una piattaforma specializzata nella ricerca e nell’analisi degli influencer più adatti alla strategia e agli obiettivi di campagna, abbiamo svolto un’operazione di posizionamento del brand Bboom su sette regioni italiane.

Nello specifico abbiamo attivato 150 profili in linea con i valori aziendali, quindi personalità forti, che si esprimono con coraggio e creatività, ma sempre con un occhio di riguardo verso la società e l’ambiente.

Il brief era molto semplice: scegliere la borraccia Bboom preferita e creare contenuti originali che veicolassero la vision aziendale utilizzando gli hashtag di riferimento (#fillexclusive #bboomoriginals).

Il risultato è stata la realizzazione di più di 150 contenuti di alta qualità e con un alto tasso di engagement: questo anche perché ad ogni content creator è stata lasciata la libertà di realizzare i contenuti in modo autentico e più vicino possibile al loro stile di comunicazione.

Come abbiamo già detto precedentemente, infatti, i micro influencer vengono considerati dai follower come veri e propri “membri del gruppo”, quasi come degli amici da cui accettare consigli e suggerimenti.

Inficiare questo meccanismo e snaturare la comunicazione del singolo influencer potrebbe essere percepito in maniera negativa e diventare controproducente.

“Esprimere sé stessi e la propria personalità facendo scelte consapevoli e gesti concreti di solidarietà verso l’ambiente” era il messaggio che Bboom voleva veicolare con questa campagna: messaggio che è stato interpretato in maniera personale da ogni singolo influencer e che è stato così amplificato utilizzando canali no brand e intercettando un notevole numero di community differenti.

I post realizzati su Instagram hanno raggiunto quasi 200.000 persone mentre le Instagram Stories sono state visualizzate da più di 400.000 utenti.

Su Tik Tok le visualizzazioni dei contenuti sono arrivate a più di 250.000, con un totale di circa 12.000 likes.

In un arco di tempo che va da dicembre dello scorso anno fino ad oggi il pubblico di riferimento ha sentito parlare ripetutamente di Bboom e delle sue caratteristiche differenzianti e ha avuto modo di conoscere nel dettaglio i prodotti, dando al marchio l’occasione di creare interazioni significative e, di conseguenza, di migliorare la brand loyalty.

Ovviamente la strada da fare è ancora lunga, Bboom è un brand emergente e proprio per questo è necessario tener conto dell’importanza del fattore tempo: per ottenere un ritorno concreto in una strategia di micro influencer marketing è infatti fondamentale strutturare un piano che operi sul lungo termine.

Per i risultati raggiunti finora, però, abbiamo avuto la conferma che affidarsi ai micro influencer è un ottimo modo per espandere la visibilità del marchio, agire sul consolidamento della brand reputation e aumentare negli utenti la percezione di vicinanza emotiva al brand.

Quindi che dire…non è l’ultima volta che sentirete parlare di Bboom!

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