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Phygital: la stretta di mano covid-free tra eventi online e offline

Non è una novità, negli ultimi due anni il nostro mondo si è arricchito, oltre che di abitudini nuove, di linguaggi inediti diventati parte della nostra quotidianità.

Dal 2019 in poi, proprio come i quintali di farina 00 e carta igienica alle casse dei supermercati del primo lockdown, nuovi termini e neologismi sono stati trasportati nelle nostre vite, hanno trovato posto nelle nostre case, impadronendosi della tv e delle schisciette vuote, palesandosi con nonchalance nelle conference call.

Insieme a You are on mute, probabilmente il motto più stampato sulle t-shirt 2020/2021, parole come smart working, webinar e phygital si sono aggiunte ai grandi classici del vocabolario da scrivania, diventando nuovi mantra della comunicazione tra colleghi, collaboratori, clienti.

E soprattutto. Inaspettate realtà.

Tecnologia e pandemia, tra rime baciate e mascherine.

Tempo addietro, un simpatico vecchietto dai capelli arruffati ha detto: “Oggi la crisi, ci smuove dal letargo, ci obbliga a pensare più a fondo, a guardare la realtà per quello che è.”

Era il 1955 e quel simpatico vecchietto altri non era che Albert Einstein.
Perché il Covid, come altri e passati momenti di new normal, ha obbligato la nostra società a riadattarsi.

Così come abbiamo capito che è sempre meglio avere sempre una mascherina a portata di mano, per lo meno se si vuole uscire di casa, abbiamo anche imparato che è assolutamente possibile fare riunioni o presenziare ad un evento senza mai togliere i pantaloni del pigiama.


Silenzio, parla TED!

TED logo on iPhone display

Abbiamo già trattato il tema degli eventi digitali: in prima persona con il progetto 3Bwebinar e dietro le quinte per il talk show Neauvia Prime Time, pioniere dell’online nell’industria della medicina estetica.

E parlando di precursori di eventi digitali, non esiste realtà più amata di quella di TED.

Nato nel 1984 come evento singolo, diventato una serie di conferenze a tema tecnologia, entertainment e design da cui è stato tratto il nome, TED è un brand, madre di numerosi sotto-brand che rispondono tutti alla mission “ideas worth spreading”.
Un palcoscenico culturale, no-profit e accessibile a tutti, sul quale si alternano relatori di importanza internazionale, con conferenze diffuse via live streaming in tutto il mondo e tradotte in oltre 100 lingue.

È proprio questa capacità di TED di non conoscere confini ed espandersi dal mondo analogico a quello virtuale e viceversa, una particolarità che lo rende… Phygital.


Incontriamoci al Phygital.

Dall’incontro delle due parole physical e digital nasce il termine phygital: un nomen omen che racchiude in sé tutti quegli eventi, per l’appunto ibridi, in cui avviene una vera e propria combinazione tra dispositivi digitali ed esperienze fisiche. I phygital o nella versione estesa phygital events, non sono certo una novità nel mondo del marketing, ma come capita spesso nei momenti di crisi sono balzati agli onori della cronaca quasi all’improvviso, come un cerotto da applicare in fretta per tamponare le perdite dell’industria degli eventi in tempo di Covid.

Una soluzione istantanea rivelatasi sorprendentemente un’incredibile opportunità di crescita e visibilità per i brand, ancora più fruibile, completa e vantaggiosa. E soprattutto, creata ad hoc per ognuno di noi.


I phygital, and you?

È interessante che in un periodo come questo, tra social activities e distanziamento sociale, la molla dei brand siano ancora le emozioni. O meglio, le persone.
È sufficiente googlare per scoprire che l’obiettivo del phygital è quello di far vivere agli utenti un’esperienza inedita, immediata, interattiva e immersiva, complementare sia a livello digitale che analogico.

È chiaro che in un mondo invaso da comunicazioni e slogan di qualsiasi tipo, la vera forza di un brand che voglia investire nel phygital è la capacità di affermare i propri valori online, esattamente come fa offline. Solo in questo modo è possibile offrire una customer experience integrata che mette i valori del cliente, emotivi oltre che funzionali, al centro.


Essere impresa nell’età ibrida.

Cosa rende noi esseri umani, umani? Il dialogo, ovvero quello scambio reale di parole, di pensieri, di digital e physical: unico terreno di gioco possibile per brand, aziende e naturalmente per chi di mestiere comunica.

Il questo nuovo benché attesissimo new normal, il phygital è solo l’inizio di un percorso che non può che abbracciare ogni realtà circostante, contaminare i dialoghi, intrufolarsi in ogni genere di media e diventare portabandiera di un pride narrativo che è più vicino che mai al consumatore e nel consumatore riconosce nuove occasioni e necessità.
Un mondo in cui storytelling, tone of voice e claim non sono favole della buonanotte per tenere a bada il testosterone dei clienti.

E le bugie nel mondo ibrido non sono più sostenibili.

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